Ambrose – Fabio Carta

Non riesco a levarmi il vizio di rimandare troppo spesso e troppo a lungo la stesura di qualche mio pensiero su ciò che leggo, o vedo, né riesco a levarmi quello di impiegare troppo tempo nelle letture, ma è un periodo un po’ particolare e ho molte, troppe altre priorità e qualche problemino sparso, ma sto recuperando. In questo caso poi rimandare la stesura di questo articolo mi è dispiaciuto non poco, mi piace far correre un po’ di tempo per non scrivere troppo a caldo, ma se i tempi si dilatano troppo si rischia di perdersi qualche sensazione o qualche dettaglio, e credo che Ambrose non se lo meriti, visto che devo ammettere che il libro mi è piaciuto molto.

Ambrose è il terzo libro pubblicato di Fabio Carta, che si sta dimostrando un autore prolifico, considerati i due capitoli di Arma Infero, e un terzo in programma, e le collaborazioni fatte. Ambrose è un po’ diverso dagli altri libri di Fabio Carta, sia per tematiche che per stile, ad esempio qui usa spesso neologismi che ben si adattano all’ambientazione. È più breve e decisamente più scorrevole, pur rimanendo fedele al suo modo di scrivere, Fabio sembra avere un po’ alleggerito la scrittura bilanciando un po’ meglio la fluidità e le descrizioni integrandole meglio senza rallentare troppo il ritmo della lettura, o almeno questa è stata l’impressione che ho avuto leggendo.

Ambrose Fabio Carta

In Ambrose c’è molto, più di quello che ci si può aspettare se si prende come metro di paragone Arma Infero, e sebbene sia ambientato in un futuro non molto lontano le tematiche sono molto molto vicine al nostro presente. La terra è praticamente distrutta da una guerra atomica, la devastazione è ovunque, le radiazioni diffuse e la guerra ancora in corso tra Occidente e Stato Islamico. Il mondo è decadente e quasi svuotato di ogni cosa in seguito alla devastazione della guerra, che la gente preferisce rifugiarsi nella realtà virtuale.

L’ambientazione di Ambrose è un plausibile futuro che estremizza e amplifica molti dei difetti e dei problemi della società attuale. La guerra che vede contrapposta la società Occidentale e la società Islamica non è null’altro che la possibile evoluzione dell’attuale terrorismo praticato da una minoranza che vorrebbe coinvolgere un’intero popolo in una guerra ideologica, ma si tratta anche di una semplificazione delle complesse interazioni tra società che però ben si adatta ad un’ambientazione fantascientifica, e crea un possibile scenario post-apocalittico, o quasi, in cui sviluppare la storia. Un’altra estremizzazione è legata al massiccio uso di realtà virtuali ed alternative, diventate parti integranti e importanti della società che Fabio Carta immagina.

Oggigiorno vediamo sempre più utilizzare le tecnologie in modo alienante, si finisce con il prediligere le relazioni virtuali a quelle reali, le chat e i messaggi al posto delle conversazioni, in Ambrose si finisce col vivere direttamente nella realtà virtuale e ad intrattenere rapporti non con gli altri ma con gli avatar, con cui è possibile interagire e avere anche rapporti sessuali virtuali, relegando la procreazione ai laboratori.

Inizialmente la cosa crea un po’ di confusione, non si capisce cosa sia reale e cosa sia virtuale e ci si confonde tra il protagonista e il suo avatar, ma Fabio Carta ci guida nel comprendere il complesso equilibrio che c’è tra i due mondi. Il protagonista è CA, o Controllore Ausiliario 209, uno spazionoide relegato al controllo di un mecha, o di una powersuite, in sostanza un robottone non autonomo, che richiede un controllore che durante le operazioni di guerra funge anche da ponte neurale per il controllo remoto. Scopriremo solo in seguito la vera identità di CA, il suo nome è Karl, ma è così assuefatto all’anonimato e alla finzione della realtà virtuale che non da peso alla sua identità così come molti nella società immaginata nel libro. Accanto a lui c’è una IA, Combo, che è la cosa più vicina ad un amico, finché non fa la sua comparsa Ambrose, inizialmente una sorta di allucinazione, ma si rivelerà molto di più.

L’alienazione del protagonista è dovuta anche al fallimento di un’innesto corticale che avrebbe dovuto renderlo idoneo al Nexus, un programma per dare un nuovo futuro all’umanità. Che è poi la probabile causa dell’apparizione di questa strana entità chiamata Ambrose, che da allucinazione diventerà un amico di Karl e gli farà scoprire le sue vere potenzialità e lo guiderà fino all’evento che farà finire la guerra e che porterà l’umanità verso le stelle. Un finale complesso, ma in linea con il tono dell’intero libro, un po’ confusionario e ambiguo, ma che lascia intendere molto, ma di cui non accennerò nulla, se vi incuriosisce dovete leggere il libro fino in fondo.

PS: ho scritto questo articolo in ritardo dopo la prima lettura del libro, quindi hi voluto rileggerlo, e ho rivisto l’articolo, ma poi una serie di impegni imprevisti non mi hanno mai fatto concludere la stesura e finire correzioni rilettura e altri dettagli necessari alla pubblicazione (come le immagini). Tutto questo mi ha limitato un po’ sulla trama che inizialmente volevo raccontare più approfonditamente, ma ritengo non sia necessario, anzi è stato meglio non approfondirla e lasciare la scoperta a voi se vorrete leggerlo, cosa che vi consiglio.

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