Arrival (Film)

Da quando nel lontano 2016 si comincio a parlare del film mi ha sempre incuriosito, e mi sono sempre ripromesso di vedere prima o poi Arrival, e ne sono stato sempre più convinto vedendo in giro recensioni e articoli che ne parlavano bene descrivendolo come un capolavoro, o qualcosa di simile. Recentemente ho finalmente avuto l’occasione per vederlo.

Arrival è un film del 2016 diretto da Denis Villeneuve basato sul racconto Storia della tua vita, incluso nell’antologia di racconti Storie della tua vita (Stories of Your Life and Others) di Ted Chiang, ma non so quanto sia fedele alla sua versione cartacea, perché non ho avuto modo di leggere il racconto e la raccolta e perché non ho trovato riferimenti in merito.

Il film è più complesso e ricco di significati di quello che può sembrare e si svela mano mano che lo si guarda, con un intreccio ben studiato, e riferimenti che si capiscono lentamente, ma che chiariscono bene il senso della storia e dei vari intrecci che in un primo momento sembrano lineari, ma si svelano per tutt’altro, facendoci comprendere a pieno il senso dell’intera storia.

Arrival

Tutto si apre con il racconto della vita di Hannah, la figlia di Louise Banks. Il racconto è breve con tutte le fasi salienti della vita di Hannah, dalla nascita alla malattia, fino alla morte. Il tutto sembra dare motivazione e caratterizzazione al personaggio principale, Louise, una filologa esperta e capace. Dopo vediamo la protagonista tenere una lezione universitaria che viene interrotta da un’avvenimento improvviso che distrae non solo gli alunni, ma l’intero pianeta. L’arrivo di 12 astronavi aliene in siti apparentemente casuali della terra. L’arrivo improvviso e misterioso non dà alcun indizio delle motivazioni o delle intenzioni degli alieni. Le navi sono molto particolari e apparentemente molto evolute, una forma strana, nessuna emissione di energia o rumori o altro, tanto da non far comprendere assolutamente il loro funzionamento, una tecnologia troppo avanzata per dare indizi o dettagli sul loro funzionamento agli esseri umani, che sono dotati di una tecnologia attuale.

Tra gli esperti di varie discipline chiamati a indagare e dare un senso all’accaduto c’è anche la protagonista Louise Banks, che in quanto linguista esperta e di fama mondiale è la più indicata per riuscire a trovare un metodo per comunicare con l’ignota razza aliena. Il compito sarà molto arduo perché le differenze con gli alieni, chiamati eptapodi per le loro caratteristiche fisiche. Ad affiancare Louise ci sarà anche il fisico teorico Ian Donnelly, che ha tutte altre competenze ed un approccio completamente differente al problema. Ma la loro collaborazione si rivelerà proficua.

Arrival

La complessità delle comunicazioni di razze completamente aliene è trattata magistralmente e tocca vari punti sulle differenze linguistiche e di ragionamento, dando uno sguardo alla complessità della filologia e al come le lingue dipendano dalle differenti esperienze, dalle differenti società. Ci fa capire come la comunicazione dipenda da una varietà di fattori sociali, evolutivi e anche fisiche. A tal proposito la stessa Louise ci spiega tramite l’Ipotesi di Sapir-Whorf come la lingua influenzi i modi di ragionare e quello di esprimersi determini il modo di pensare, una teoria complessa ma che in forma molto semplice si può comprendere se si parla più di una lingua e si è capace di ragionare e pensare con entrambe, si notano le sfumature e le differenze nell’esprimere i concetti e come anche il proprio modo di ragionare, o anche il carattere, possa essere influenzato a seconda che si pensi e comunichi con una o l’altra lingua. Avviene una sorta di riprogrammazione della mente che può cambiare in certi modi un individuo. In questo caso la differenza è più estrema per ragioni che spiegherò in seguito.

La comunicazione verbale sembra quasi impossibile con gli alieni a causa della complessità e della differenza strutturale della lingua aliena, che ne complica moltissimo la fonetica, un approccio visivo risulterà meno complesso sebbene le difficoltà rimangano. I caratteri alieni non sono lettere, sillabe o parole, ma interi concetti o frasi espressi immediatamente insieme, solo comprendere come i simboli vengono creati e cosa indichino le varie sfumature di quelli che appaiono inizialmente dei semplici cerchi simmetrici.

Con un lungo lavoro congiunto di esperti in vari campi e l’aiuto di sofisticati PC per cogliere ogni singola increspatura dei simboli si riuscirà ad avere uno striminzito vocabolario di base, ma che comunque continua a creare ambiguità, nonostante le collaborazioni internazionali. Proprio le sfumature e le ambiguità risulteranno in interpretazioni differenti a seconda delle traduzioni delle varie lingue, un altro indizio che mostra come ogni lingua possa avere leggere differenze e rendere quasi impossibile una comprensione univoca di un concetto. Il problema si crea quando si riuscirà a chiedere quali siano le intenzioni degli alieni, e la risposta sarà “offrire un’arma”. Qui si gioca molto sul concetto di cosa possa significare un’arma, offensiva, difensiva? Uno strumento? Un’attrezzo? In molte lingue siamo abituati ad associarla ad uno strumento di offesa per scopi bellicosi, ma il concetto di arma è molto più ampio. Un medicinale può essere un’arma per sconfiggere una malattia. Un’arma può essere uno strumento per difendersi da una minaccia, qualsiasi essa sia, un’asteroide ad esempio, una malattia come detto in precedenza, una catastrofe, una pandemia. Filosoficamente una penna può essere un’arma, la lingua può essere un’arma. Vedendo il film viene spontaneo pensarci visto i grandi rimandi e indizi sulla comunicazione, la lingua, la filologia, ma i protagonisti impiegheranno un po’ a comprenderlo.

Arrival

Louise nel suo percorso di apprendimento della lingua aliena comincia ad avere visioni, flash e ricordi, apprendere una nuova lingua così avanzata e complessa, o forse l’influenza degli alieni, la cambia e le fa ricordare la figlia, le fa rivivere episodi e ricordi sempre più frequenti. Si è sempre più convinti che il passato sia la chiave per comprendere questi avvenimenti, che fornisca indizi sulla comprensione di questa razza aliena o della situazione, che degli avvenimenti possano fornire qualche suggerimento o idea su come comprendere al meglio il presente. Ma la cosa è più complessa di ciò che sembra. Quando si comincia a comprendere che gli alieni e la propria lingua non sono lineari come la nostra, non solo nell’aspetto e nella formulazione dei pensieri, ma anche nel modo di ragionare e vedere l’universo, lo spazio e il tempo.

La non linearità temporale degli alieni si riflette nella loro lingua e apprendere la loro lingua sembra riprogrammare il cervello in modo non lineare, permettendo di vedere in modo diverso lo spazio-tempo. Louise che arriverà a comprendere meglio di chiunque la lingua aliena, grazie alle sue doti e conoscenze linguistiche, ne assimilerà anche il modo di ragionare, così da cominciare lentamente ad avere flash, non flashback, ma flashforward, avrà ricordi futuri e comincerà a comprendere che quei ricordi non vengono dal passato, ma dal futuro. Questo aiuterà a risolvere alcune difficoltà nella comprensione delle intenzioni degli alieni, i ricordi del futuro le permetteranno di fare azioni nel presente che fermeranno le intenzioni di altri stati di attaccare gli alieni credendo che la loro “risposta” sia una minaccia.

Arrival

L’arma che offrono è proprio la loro lingua, e l’unico modo per comprenderla e collaborare con le altre nazioni, il messaggio finale infatti è suddiviso in 12 parti, e solo unendo tutte le parti e collaborando si potranno avere tutte le informazioni per comprendere e studiare (con un lavoro che a quanto pare richiederà anni ed anni) a pieno la lingua aliena e poterla usare come strumento per migliorare ed evolversi.

Fantascienza ce ne è molta, indubbiamente, spiegata ed affrontata a dovere, con elementi tecnici e teorie reali accennate e spiegate quanto basta per comprendere alcuni concetti complessi. La filologia e le differenze linguistiche anche sono affrontate meravigliosamente e riescono a far comprendere le differenze linguistiche (umane e non) e il fascino della comprensione delle lingue a chiunque, anche a chi non ne è già affascinato di per sé e ne parla e conosce meno di quelle che vorrebbe. Ma c’è molto altro, ci sono significati più profondi che sfociano nella fantascienza psicologia, quella più complessa che spesso molti neanche riconoscono come fantascienza. O che non comprendono che uno scritto (o un film) film di fantascienza possa affrontare bene temi che riguardano la mente.

Arrival

Il titolo originale in questo caso sembra più indicato per descrivere la struggente sottotrama che poi in realtà e forse la vera storia importante che si nasconde dietro questi eventi fantascientifici. Storia della tua vita sembra essere chiaramente riferito alla vita di Hannah, narrata dal punto di vista di Louise e delle sue scelte. La lingua aliena le permette di vedere scenari futuri, non possibili, ma reali, così come accadranno, di conoscere già come andranno gli eventi e di come ogni scelta la porterà a determinati eventi. Ancora non conosce suo marito, Ian Donnelly, il fisico teorico, o meglio comincia appena a conoscerlo e già sa che lo sposerà e si lasceranno. Che avrà una figlia e come la sua vita sarà dura e breve, come questo rovinerà il suo matrimonio, come il sapere già cosa affronterà la figlia e nasconderlo al marito ne creerà la rottura, come il comprendere tutto questo le metterà dubbi e le porterà dolore e nonostante questo deciderà di percorrere lo stesso quel cammino e accettarne tutte le conseguenze, invece di rinunciare e cercare di cambiare il futuro, lo accetterà e lo vivrà, costruirà quel futuro consapevolmente nonostante le sofferenze che dovrà affrontare.

Arrival

Arrival è probabilmente un capolavoro sotto molti aspetti, e merita tutto il successo che ha avuto. I temi trattati sono vari è tutti ben incastrati e trattati, nulla sembra essere lasciato al caso, e anche se complessi sono realizzati in modo da essere comprensibili a chiunque anche ai non addetti ai lavori, non c’è bisogno di essere esperti di fantascienza, filologia, lingue o di altre teorie complesse trattate in modo da renderle comprensibili a chiunque e chissà magari da suscitare anche qualche riflessione e curiosità su certi aspetti cosi affascinanti. Anche se per me l’estremo a cui viene portata l’ipotesi di Sapir-Whorf e poco chiara, un po’ implausibile che una lingua (da sola) riprogrammi il cervello in modo da permettergli di viaggiare nello spazio-tempo senza un “aiuto esterno”, ma è solo un piccolo dettaglio su cui poi si basa una trama e un racconto che merita di essere visto e che mi è piaciuto molto.

Potete vedere Arrival su Amazon Prime Video, al momento solo acquistandolo, o se preferite comprarlo in versione DVD o Blu-Ray.

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