L’Imperatore-Dio di Dune – Frank Herbert

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L’Imperatore-Dio di Dune è il quarto libro della saga di Dune di Frank Herbert, pubblicato per la prima volta nel 1981 (ha praticamente la mia età) e visto che non trovo dati sulla prima pubblicazione Italiana presumo sia stato tradotto nello stesso anno (NDR la data di pubblicazione Italiana è giugno 1982). Pare inoltre che sia stato, in patria, l’11 libro più venduto nell’anno della sua pubblicazione.
 
L’Imperatore-Dio di Dune continua sì la saga di Dune, ma appare in qualche modo completamente differente dal resto della saga e sarà un punto di svolta nella trama che poi proseguirà negli altri 2 libri che concludono la serie. Le differenze sono notevoli seppure ci sia una continuità ed un evoluzione dell’intero universo di Dune, e questo ha creato reazioni discordanti tra i fan della serie e i lettori in generale, e indubbiamente non è tra i migliori libri della serie, ma è funzionale all’evoluzione di questa. Con veloci ricerche in rete potrete trovare pareri completamente differenti, c’è chi odia e chi ama il libro, chi lo critica aspramente e chi lo elogia, questo perché molti degli elementi amati nella serie qui cambiano, si evolvono e mutano in qualcosa di differente, che può essere interpretato come una cosa positiva, una naturale evoluzione, o come un qualcosa che stravolge totalmente tutto ciò che abbiamo amato di Dune, rendendolo così differente da ciò che abbiamo amato.

Uscito appena cinque anni dopo del precedente libro, L’Imperatore-Dio di Dune continua la saga di Dune partendo 3500 anni dopo i fatti narrati nel precedente capitolo. In questo lunghissimo arco di tempo si completa la trasformazione di Leto II che comincia sul finire del precedente libro, l’unione con le trote della sabbia deforma fisicamente Leto trasformandolo in un ibrido tra umano e verme, lungo sette metri e con pochi elementi umani ancora evidenti, come ciò che rimane delle sue mani, della sua faccia, e delle gambe ormai più simili a pinne, situati nella parte anteriore del suo corpo che per il resto è del tutto simile ad un verme delle sabbie.

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Anche la sua mente appare del tutto mutata, forse per la fusione con il verme, forse a causa dei suoi poteri e la possibilità di attingere ai ricordi di tutti i suoi antenati fino all’alba dei tempi, o semplicemente per l’enorme tempo trascorso in vita nei panni di un mostro vermiforme e onnipotente venerato come un dio.

Non solo Leto II è mutato, ma anche Dune, o come veniva anche chiamto Arrakis, ormai divenuto solo Rakis, i cui effetti del cambiamento climatico sono ormai ampiamente visibili. I deserti sono quasi del tutto scomparsi, sono fiorite la vegetazione e le foreste, e l’acqua è ormai abbondante al punto che ci sono numerosi corsi d’acqua. Tutti questi cambiamenti climatici ed ambientali hanno profondamente cambiato anche le popolazioni che ormai abitano il pianeta, cambiamenti dovuti anche ai nuovi metodi con cui Leto ha deciso di amministrare l’impero.

Leggendo ci rendiamo conto che i Fremen sono ormai l’ombra di quel popolo fiero che erano una volta, e solo pochi di essi ricordano vagamente le abitudini e le tradizioni antiche. Ma non sono i soli ad essere cambiati, l’impero creato da Leto II ha profondamente indebolito tutte le casate e le altre potenze presenti nell’impero, ormai quasi ininfluenti rispetto all’immenso potere dell’imperatore, che continua ad amministrare la poca spezia rimasta. La scarsità di deserti ha ridotto di molto la presenza dei vermi sul pianeta, e nonostante i tentativi passati non si è mai riusciti a farli vivere su altri pianeti. Questo ovviamente non fa che aumentare il potere dell’imperatore, e indebolisce ulteriormente tutte le altre fazioni che cominciano a cercare alternative alla spezia.

Tutti questi cambiamenti modificano anche la struttura sociale di Rakis. I Fremen sono una minoranza relegati in una sorta di museo che cerca di mantenere vive delle tradizioni quasi dimenticate e che hanno solo poco delle vere usanze dei vecchi Fremen. Intorno all’Imperatore si è creato un vero è proprio culto che lo ritiene una divinità, culto esportato in tutto l’universo e mantenuto dalle Ittiointerpreti. Quest’ultime sono il nuovo esercito del pianeta, esclusivamente femminile e legato strettamente a Leto II, scelte ed addestrate da quest’ultimo con l’aiuto dei ghola di Duncan Idaho, incaricate principalmente della protezione dell’imperatore, del mantenimento dell’ordine e della soppressione dei ribelli.

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È in questo nuovo scenario che si svolgono i fatti raccontati nel libro, con pochi personaggi rispetto a come eravamo abituati nel resto della saga, tra questi vediamo proprio Leto II, i suoi seguaci più stretti, i ribelli e pochi rappresentanti delle Bene Gesserit, del Bene Tleilaxu, e degli Ixiani, tutti personaggi che sono legati in qualche modo all’imperatore. Quasi tutti impegnati a cercare di tramare contro di esso per eliminarlo. Durante la storia infatti vediamo diversi tentativi di complotti e attentati rivolti verso l’imperatore, tutti falliti o sventati.

I ribelli sembrano avere un ruolo importante nel nuovo impero creato da Leto, sopratutto in relazione a quali sono gli obbiettivi dell’imperatore, che ci viene mostrato in molti modi diversi per farci comprendere meglio la sua figura. I capitoli sono introdotti come sempre da citazioni, ma questa volta invece di essere massime legate a vari personaggi, casate o popoli della saga sono tutti provenienti dal diario di Leto II, un testo che ha un ruolo importante nella storia e forse nell’evoluzione verso cui l’Imperatore cerca di indirizzare l’umanità. Vengono descritti innumerevoli discorsi fatti tra l’Imperatore e i vari personaggi che ci spiegano a volte in modo criptico quali siano le intenzioni di quest’ultimo e come in fin dei conti quasi tutto ciò che accade sia progettato o approvato da da Leto. Conosce quasi tutto e non sempre interviene per impedire certe cose che apparentemente potrebbero danneggiarlo, facendo riuscire i ribelli in alcuni dei loro propositi. Ad esempio Siona riuscirà all’inizio della storia a rubare i diari di Leto II.

L’impero di Leto è dittatoriale e tirannico, in netto contrasto con i valori da sempre associati agli Atreides, non stupisce infatti scoprire che durante il suo impero ci siano sempre stati dei discendenti degli Atreides tra i ribelli, che poi finiscono per lavorare per l’imperatore, come Moneo discendente di Ghanima e Maestro di palazzo di Leto II, padre di Siona, una ribelle che è tra i protagonisti della storia. Siona è anche parte del progetto che Leto sta portando avanti, la continuazione degli incroci genetici creati dalle Bene Gesserit nei millenni precedenti che portarono alla nascita di Paul Atreides e dello stesso Leto II, ma questa volta incentrati al miglioramento di certi tratti specifici degli Atreides come quello di essere immuni alla prescienza. Siona come molti dei suoi antenati, viene anche addestrata a sua insaputa da Leto che la sottoporrà ad alcune prove per farla maturare e per renderla pronta a ciò che le aspetterà.

Nei piani di Leto ci sono sempre stati anche i ghola di Duncan Idaho, creati grazie all’aiuto del Bene Tleilaxu che ha sempre cercato di sfruttarli a suo vantaggio cercando di inculcare loro qualche condizionamento per attentare alla vita dell’imperatore, cosa costantemente avvenuta nei secoli in cui l’Imperatore ha regnato. Lo scopo dei molteplici ghola di Duncan Idaho sono molti, dalla fedeltà che questo ha sempre mostrato nei confronti degli Atreides, alla sua preparazione straordinaria nel combattimento e nelle arti della guerra, sfruttate per addestrare e comandare le Ittiointerpreti, all’amicizia con l’originale Duncan Idaho, la sua saggezza ed esperienza, ai suoi progetti per il miglioramento della sua discendenza spingendolo in alcuni casi ad accoppiarsi con le discendenti degli Atreides.

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Il rapporto che si crea tra Leto II e i vari ghola è molto particolare e segue sempre gli stessi schemi, deve spiegare di volta in volta con discorsi per lo più del tutto simili, perché è un ghola, perché ha bisogno di lui, la situazione attuale dell’impero, e spiegare lui la funzione delle Ittiointerpreti, Si passa sempre da una situazione di disagio e di diffidenza, al recupero di una certa fiducia ed amicizia, al rinnovamento del giuramento per gli Atreides, ma con delle riserve perché Leto sembra andare contro molti dei principi che da sempre hanno caratterizzato la sua casata.

Leto adora questa prevedibilità e al contempo anche una certa dose di imprevedibilità da parte di Duncan, una cosa che stimola molto Leto che può vedere tutto e conosce tutto grazie alla prescienza. Durante la storia vediamo anche come ci siano altri elementi che non sono prevedibili da parte di Leto, nuove tecnologie riescono a schermare la sua prescienza e alcuni discendenti Atreides riescono ad esserne immuni, come Siona, una capacità che Leto vuole migliorare.

È questo uno degli elementi più interessanti della storia de L’Imperatore-Dio di Dune, il vedere come Leto, onnipotente per svariati millenni, comincia a non esserlo più del tutto, non riuscendo a prevedere certi eventi, che accetta come una sorta di sfida per riuscire a completare i suoi piani. Il suo scopo è quello di preparare l’umanità per il sentiero dorato, e per farlo ha dovuto accettare dei compromessi, rinunciando esso stesso alla sua umanità, diventando un tiranno, andando anche contro i suoi principi. Sa di essere odiato da molti per certe sue decisioni, a volte crudeli, e per il suo stesso modo di governare come un tiranno, ma ritiene tutte queste scelte necessarie al raggiungimento del sentiero dorato, anche se nessuno le comprenderà nell’immediato (o meglio nei millenni in cui ha regnato) e in futuro probabilmente non gli verrà riconosciuto, ma verrà ricordato solo per la sua brutale tirannia. E inoltre consapevole che per la riuscita dei suoi obbiettivi dovrà prima o poi morire e lasciare l’universo ai suoi eredi, quando saranno pronti.

Tra le cose che non aveva previsto, non riuscendole a vedere con la sua prescienza, c’è anche Hwi Noree, nuova ambasciatrice Ixiana su Rakis, che si scoprirà essere stata creata appositamente per essere irresistibile per Leto che se ne innamorerà e vorrà sposarla, sebbene sia consapevole che si tratti di un piano orchestrato ai suoi danni non riesce ad opporsi ai sentimenti che prova per lei. Sembra essere quasi consapevole che questi eventi così, come altri che non riesce a prevedere, possano essere l’inizio della sua fine, ma sembra accettare il suo destino perché sa che i tempi per l’umanità sono maturi e il suo sacrificio porterà all’evoluzione dell’umanità per cui a lavorato per millenni, mancano solo alcuni tasselli e sa che facendo evolvere gli eventi si creeranno le condizioni anche per questi ultimi.

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Perché Leto porti a termine i suoi scopi è fondamentale far si che ci siano dei discendenti di Siona e di Duncan Idaho, vuole che essi procreino insime, cosa che pare impossibile dato che inizialmente essi si odiano, ma troveranno una certa complicità nel complotto finale contro Leto, organizzato dopo che Siona ha superato la sua prova ed era ormai pronta e più predisposta nei suoi confronti, ma sempre combattuta dall’odio che ha provato per lui per tutta la vita. L’occasione per liberarsi di Leto sarà offerta proprio dal suo corteo nunziale e vedrà come protagonisti proprio Siona, Duncan e una sua fidata Ittiointerprete a cui Leto ha ordinato di eseguire qualsiasi ordine Siona le avesse dato. Quindi anche nella sua morte Leto sembra avere un ruolo.

Dopo millenni vissuto in simbiosi con le trote della sabbia, Leto morirà cadendo in un fiume, letale per le trote della sabbia che abbandoneranno il suo corpo ormai deforme a morte certa, fuggendo nelle sabbie circostanti, portando con se come già predetto dallo stesso Leto una parte di esso con se, creando così in futuro dei vermi delle sabbie che possiederanno sempre qualche reminiscenza dell’Imperatore-Dio di Dune. Ma prima di morire Leto confiderà alcuni segreti a Duncan e a Siona che gli serviranno per indirizzare l’umanità sul sentiero dorato.

Questo libro anche se un po’ diverso da ciò che avevamo imparato a conoscere dell’universo di Dune durante i precedenti capitoli, ci fa comprendere bene la figura dell’Imperatore-Dio di Dune, con le sue contraddizioni, che esso stesso è consapevole di avere, ci fa vedere quanto sia cambiata la figura di quel Leto invincibile grazie alla fusione con le trote della sabbia, sia diventato a tratti perfido e temibile, e come ne sia consapevole, e non del tutto contento, ma che accetta questo peso per portare avanti l’unica strada possibile perché l’umanità sia libera, quel sentiero dorato che il suo stesso padre non ha voluto più seguire, e di come abbia accettato sacrifici tremendi per poterlo fare,e in fin dei conti per lui dopo pi di tremila anni di vita la morte è anche una liberazione nel momento in cui è consapevole che anche se non compreso, anche se odiato, il suo sacrificio sarà servito ad indirizzare l’umanità verso il sentiero dorato.

Anche se molti non l’hanno apprezzato, e ci siano pareri discordanti in merito a L’Imperatore-Dio di Dune, in modo anche maggiore rispetto agli altri libri che lo precedono, a mio avviso è perfettamente in linea con gli stravolgimenti che conseguono a tutti gli avvenimenti iniziati già nel primo volume, era qualcosa che in qualche modo mi aspettavo e temevo potesse deludermi, invece mi è piaciuto come Frank Herbert ha affrontato la cosa e come nonostante le differenze rispetto agli altri volumi abbia riportato l’universo a qualcosa che poi si riavvicinerà a quell’universo che amavamo e conoscevamo. Come tutti gli altri libri della serie può essere ricco di spunti e anche di interpretazioni e ci potrebbero essere tantissimi altri aspetti di cui poter parlare, difatti io volevo essere breve, e mi sembra di aver solo accennato ad alcune cose, di aver detto giusto qualche pensiero in proposito, nonostante la lunghezza di questo post.

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