Fantasy & Science Fiction Anno 2 Numero 7

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Continuo ad essere sobbarcato di impegni e ad andare un po’ a rilento con tutti, così ho come sempre poco tempo per leggere e per scrivere, quindi rimando spesso di qualche tempo anche questi miei articoli, ma Fantasy & Science Fiction continua ad uscire con i suoi problemi e quindi non regolarmente saltando parecchi mesi, e nonostante questo non riesco a mettermi al passo e ho ancora molti arretrati da finire.
 
Ormai come già detto si tratta di una rivista consolidata, con un suo stile e con le sue specifiche caratteristiche, le 160 pagine precise, e il solito editoriale iniziale spezzato che continua a metà libro circa, accompagnato dalle piccole introduzioni per ogni singola storia. Tra queste e l’editoriale Armando Corridore ci da un’introduzione al libro e alle storie in esso contenuto, arricchendo il tutto con riflessioni e informazioni su autori e storie.
 
In questo numero di Fantasy & Science Fiction si parte da un tema ben preciso, ma non riesce ad abbracciare tutte le storie in esso contenute. La parola e la sua magia, è questo il tema, le lettere e in particolar modo gli ideogrammi Giapponesi e Cinesi sembrano imbrigliare le parole e i concetti su carta caricandoli di una sorta di magia, un potere, che assume connotati e caratteristiche diverse a seconda della cultura e delle componenti della parola stessa, dal suo significato e dalla sua etimologia. Le lettere e i simboli possono però assumere significati più spirituali, dal tono religioso, diventando un modo per pregare ed entrare in contatto con il divino. Due sfaccettature del potere delle lettere che possiamo vedere in Letteromante e in I Tre Doni.

Fantasy & Science Fiction Anno 2 Numero 7

Dalla spiritualità si passa poi alla sua controparte malvagia, ma necessaria, non può esserci bene senza male, e ordine senza caos, così in Soluzione Infernale vediamo come questi due mondi sono strettamente legati, l’aldilà e l’aldiqua, e come una semplice risposta possa mettere in crisi l’uno e l’altro, come nei due racconti citati precedentemente la parola continua ad essere centrale, ma in un modo differente.

In Millennium invece vediamo un’altro aspetto del regno dei morti, dell’inferno, in un brevissimo racconto in cui con un semplice desiderio, formulato nel modo giusto, con le giuste parole, si può ingannare il diavolo.

I restati racconti come dice lo stesso Armando Corridore si inoltrano di più nella psicologia e nell’interiorità umana, in Plumage from Pegasus vediamo il dramma degli scrittori che sono tormentati dallo scrivere, nel solito modo ironico di Paul Di Filippo. Si passa poi a qualcosa di più fantascientifico, e meno fantastico come il resto dei racconti, in cui si analizza l’amore eterno in un futuro in cui si vive quasi in eterno con Finché Morte Ci Separi. Ed infine, in Il Paese d’Autunno, si analizza la staticità e il timore del cambiamento, la meraviglia e la nostalgia per qualcosa che ci sembra sfuggire, nel ricordo di un periodo di vita passato e ormai perduto e nell’attesa che un’altro monotono e piatto finisca.

Nel primo racconto di Ken Liu, Letteromante, possiamo cogliere a pieno la magia legata alle parole, come i vari segni che compongono un ideogramma abbiano un suo preciso significato che insieme forma una parola e come questi significati possono essere interpretati come una sorta di oroscopo. Il tutto è ambientato a Formosa negli anni 60 quando ancora c’era una forte dominazione Americana e si cercava di estirpare il comunismo massacrando chiunque fosse semplicemente sospettato di essere in contatto con il regime. Tutto è visto dagli occhi di una bambina che spaesata e senza amicizia sull’isola entra in contatto con un bambino ed un anziano signore le cui ispirazioni sono solo quelle di migliorare la propria vita, ma le cose non andranno così.

Segue l’immancabile Plumage from Pegasus di Paul Di Filippo che questa volta prende spunto dalle parole di Richard Curtis che paragona il processo creativo ad un regno oscuro pieno di terrore da cui si estraggono secchiate di materiale urlante di follia su cui l’autore poi lavora per dare un senso e una forma accettabile. Da questo Paul Di Filippo immagina una miniera in cui gli autori vanno ad estrarre le idee per i propri libri e scritti, tra enormi difficoltà e pericoli, chi vuole osare cercare qualcosa di più originale per creare un capolavoro può rischiare addirittura la vita. Come al solito un estrema esagerazione per criticare alcuni aspetti del mondo della letteratura.

In Finché Morte Ci Separi di Robert Silverberg si immagino le relazioni interpersonali in un futuro in cui la vita e pressoché infinita, tramite alcuni processi la si può prolungare periodicamente e quindi vivere anche in eterno.Ci si concentra in particolar modo sui rapporti amorosi che ovviamente mutano, con matrimoni che finiscono solo perché durati troppi anni e arriva il momento di cambiare. Cosa un uomo può desiderare più di ogni altra cosa in un futuro in cui le relazioni sono così mutate, un matrimonio che paia normale, uno che finisce quando uno dei due coniugi muore, questo farà diventare estremamente ambita una ragazza che purtroppo non può sottoporsi ai trattamenti per prolungare la sua vita.

In Soluzione Infernale Matthew Hughes immagina cosa accadrebbe se una persona invocando per sbaglio un demone si rifiuti poi di fare un patto con esso vendendogli la propria anima. Un semplice rifiuto fa bloccare un meccanismo ben oleato che va avanti da secoli e che non ha previsto una circostanza simile. Non potendo portare a termine il proprio lavoro il demone provocherà un blocco negli inferi che influenzerà l’intero pianeta, senza tentazioni, aspirazioni, e tutto ciò che ci può essere di negativo nella vita anche tutto il resto perde di senso, senza oscurità non c’è luce, senza male non c’è bene, e il mondo rischia di andare in rovina se non si risolve la situazione trovando un accordo tra le parti interessate.

Un tema simile è raccontato nel cortissimo racconto di Fredric Brown, Millennium. Qualsiasi lavoratore teme di perdere il proprio posto, anche Satana non fa eccezione, e c’è un solo modo perché possa perderlo, una persona deve esprimere un desiderio preciso in un modo specifico, arriverà mai una persona in grado di esprimere il giusto desiderio?

I Tre Doni di Dean Withlock è una toccante storia dal sapore fantasy in cui una ragazza, Moira, scopre di avere due doni, la vista chele permette di conoscere il futuro e in particolare vedere come morirà la gente, e il Risanamento che le permette di guarire le ferite con la sola imposizione delle mani. Dopo essere stata sfruttata dai potenti per i suoi doni Moira fugge e maledice le sue capacità promettendosi di non utilizzarle mai più, si sente impotente sopratutto a causa della Vista e crede che questi doni le abbiano solo rovinato la vita. Solo conoscendo per caso Fratello Simon e diventandone amica scoprirà il suo di dono che le farà comprendere ed accettare i suoi doni.

L’ultimo racconto è di Clifford D. Simak, Il Paese d’Autunno, una strana storia che vede come protagonista Nelson Rand rimasto intrappolato senza sapere come in un luogo statico dove non accade mai nulla, le giornate sono tutte uguali e si vive in un perenne autunno. Ogni tanto ha qualche ricordo fumoso della sua vita precedente, di come volesse arrivare a Chicago per cercare un lavoro e di strani avvenimenti accaduti lungo la sua strada che lo hanno convinto a prendere una differente strada che lo ha condotto in questo luogo che ricordava di conoscere da bambino, ma da cui apparentemente non si può uscire finché non arriverà il momento giusto.

Non mancano anche in questo numero le splendide illustrazioni curate da Maurizio Manzieri e da Ed Emshwiller. Oltre la stupenda copertina sono notevoli in particolar modo quelle associate a Letteromante e Il Paese d’Autunno.

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