I Figli di Dune – Frank Herbert

I Figli di Dune - Frank Herbert

I Figli di Dune di Frank Herbert è il terzo libro della serie Dune che continua la saga seguendo non più le vicissitudini di Paul Atreides come avviene in Dune e in Messia di Dune, ma dei suoi figli e dell’eredità che esso ha lasciato, sia ai figli che all’intero popolo di Arrakis e all’intero universo conosciuto. Il libro stampato per la prima volta a puntate nel 1976 su Analog Science Fact and Fiction e arrivato in Italia nel 1977, fu l’ultimo della serie ad essere serializzato prima della pubblicazione in unico volume. Ha avuto un discreto successo vendendo oltre 75000 copie e tutt’ora continua ad avere ristampe, come gli altri libri della serie del resto. Dal romanzo è stata tratta una miniserie, che include anche il precedente libro Messia di Dune, in tre puntate.
 
I Figli di Dune riprende la storia lì dove si era interrotta in Messia di Dune, con Paul Atreides andato a morire nel deserto i figli appena nati, Leto e Ghanima, affidati a Stilgar, capo dei Fremen molto legato a Paul, e Irulan, figlia dell’ Imperatore Padisha Shaddam IV Corrino e divenuta moglie ufficiale di Paul, ma non madre dei suoi figli, seppure sia molto legata ad essi. La reggente dell’impero, in vece dei gemelli ancora troppo giovani per governare è Alia, sorella di Paul, e capo spirituale della religione che vede come proprio messia e Dio Muad’dib, ovvero Paul Atreides.

I Figli di Dune - Frank Herbert

La storia di I Figli di Dune segue principalmente Leto e Ghanima concentrandosi molto sulla loro particolarità, comune anche alla zia Alia, quella di essere dei prenati, ovvero avere coscienza di sè già prima della nascita, condividendo i ricordi dei propri antenati. Questa condizione si verifica quando la madre del nascituro ha consumato grandi quantità di spezia, e nel caso di Leto e Ghanima, si combina anche con i poteri di preveggenza di Paul. Le Bene Gesserit chiamano questa condizione Abominazione, i Fremen possessione, ed entrambi la temono per due motivazioni, una mente troppo giovane non può sopportare tutta la conoscenza delle Bene Gesserit e può essere facilmente soggiogata da una o più coscienze che risiedono nella sua mente.

Un altro personaggio importante di cui si seguiranno le vicende è Farad’n, figlio di Wensicia, sorella di Irulan, ed erede della famiglia Corrino, che spesso non condivide la sete di potere e i complotti orditi dalla sua casata per conquistarlo, i suoi principali interessi sono i libri e la storia. Sarà affascinato dalle usanze di Arrakis, dalla religione di Muad’dib e dal Predicatore. Farad’n è inoltre attratto dal modo in cui gli Atreides ottengono, mantengono e gestiscono il potere. Finirà con l’essere addestrato come Bene Gesserit da Jessica che vedrà in lui un grande potenziale.

Dopo la scomparsa di Muad’dib nel deserto compare uno strano personaggio che viene chiamato il Predicatore, anch’esso cieco, e che si oppone con le sue predicazioni alla strumentalizzazione della figura di Muad’dib, e della piega che ha preso la chiesa che lo venera. Il Predicatore non approva il modo in cui Alia e i sacerdoti gestiscono la fede e la chiesa. Critica inoltre l’evoluzione che sta subendo la società Fremen, a causa del progetto per la trasformazione ecologica non solo si sta cambiando il deserto, ma anche i Fremen, le nuove generazioni abbandonano le tradizioni e questo crea tensioni e conflitti con le tribù più isolate e tradizionaliste. La trasformazione ecologica si rivela anche un pericolo per il pianeta stesso, per i vermi e per la spezia.

I Figli di Dune - Frank Herbert

Nuovi complotti per il potere si muovono su Arrakis, i nuovi equilibri sono precari, in molti temono i gemelli e l’attuale reggente Alia, il Bene Gesserit e le altre corporazioni vogliono recuperare il vecchio splendore, alcune case maggiori hanno perso di prestigio, e altre minori ne hanno guadagnato, molti Fremen non apprezzano il modo in cui il pianeta cambia, la perdita delle tradizioni e la gestione del potere. I Corrino vorrebbero riconquistare il trono imperiale e Wensicia complotta per uccidere i gemelli, appoggiata da altre forze, Farad’n però non apprezza questi metodi, preferirebbe riconquistare il trono attraverso un matrimonio con Ghanima.

Anche Alia cerca di mantenere o addirittura accrescere il proprio potere complottando e cercando di sfruttare al meglio le tensioni, le inimicizie e le alleanze, ma la sua sete di potere la farà diventare a tutti gli effetti un’Abominazione, questa sua debolezza finirà per farla possedere da una delle tante coscienze che risiedono in lei.

Quello dell’Abominazione e della possessione è un tema centrale de I Figli di Dune. È trattato in modi differenti, esplorando profondamente la psicologia di personaggi complessi, facendoci vedere come ciascuno di essi reagisce ad esse. Alia si dimostrerà debole cedendo alla possessione, e in seguito prenderà coscienza del suo fallimento. Ghanima e Leto, molto più giovani e fragili, con una propria coscienza ancora non formata, e troppo debole per poter contrastare le altre coscienze rischieranno, in particolar modo Ghanima, di essere posseduti dai propri genitori, che poi invece si riveleranno una sorta di guida che riuscirà proteggerli dall’Abominazione.

Leto e Ghanima affronteranno in modi completamente differenti questa loro particolare condizione. Leto sarà costretto ad abusare della spezia, aprendo la sua mente alla prescienza e si incamminerà sul cosiddetto Cammino Dorato per continuare l’opera iniziata da suo padre, sebbene in modo diverso, riuscirà a dominare e fondere insieme le sue coscienze, divenendo una sorta di coscienza collettiva di tutti i suoi antenati, partendo dal più antico di essi. Dominando l’immensa quantità di conoscenza a cui ha accesso riuscirà a superare i limiti umani entrando in simbiosi con Shai’hulud, sacrificando la sua umanità.

I Figli di Dune - Frank Herbert

Frank Herbert decide di approfondire temi che non aveva ancora trattato negli altri romanzi, ci fa comprendere meglio la potenza della spezia, spiegando come influisce sui prenati e quali siano le conseguenze sulla loro psiche. Approfondisce il ciclo vitale del verme e le sue interazioni con il pianeta, come l’aumento di umidità, e di conseguenza dell’acqua, possa mettere in pericolo l’intera ecologia del pianeta. Abbiamo potuto vedere più nel dettaglio anche altri elementi chiave di Dune, legate al ciclo dei vermi, scoprendo molto di più sulle trote d’acqua di cui Leto capirà l’incredibile potenziale. Affronta nuovi aspetti e punti di vista, i piani di Paul Atreides per Dune e per l’universo intero non erano perfetti come apparivano nei precedenti libri, questo rende lo stesso Muad’dib fallibile e quindi più umano, ridimensionando la sua divinità.

Ne I Figli di Dune la decadenza della società Fremen è andata di pari passo con l’arricchimento e la crescita della capitale di Arraken divenuta sede del trono imperiale e della chiesa di Muad’dib, affollata dai costanti pellegrinaggi di fedeli provenienti da ogni pianeta, non è più una piccola cittadina Fremen, ma il centro dell’universo, espansasi ed arricchitasi, ha corrotto e cambiato i Fremen che vi abitano. Non avendo più una guida e un messia da seguire, si affidano alla sua chiesa anch’essa ormai decadente.

Anche gli Atreides sembrano ormai cambiati, Alia è corrotta e posseduta, ha sete di potere, Jessica dapprima in esilio su Caladan è tornata su Dune per motivi legati al Bene Gesserit e finirà con l’addestrare un Corrino, da sempre nemici degli Atreides. Ormai decimati e senza un vero capo i servitori fedeli degli Atreides si sono dispersi rimanendo però fedeli ai vecchi valori che li legavano ad essi seppure sembrano agire contro di essi.

Da alcuni punti di vista I Figli di Dune sembra differente dai precedenti libri, i temi trattati a volte sono differenti o opposti, proprio perché tutto si è evoluto, il pianeta ed i suoi abitanti sono cambiati, la politica e gli equilibri, compaiono nuovi elementi che non ci saremmo mai aspettati, Leto decide di accollarsi la rinascita dell’impero, di rallentare i cambiamenti ecologici e di riportare le antiche tradizioni Fremen, andando quasi contro i progetti del padre, tornando indietro e volendo ridimensionare l’intero cambiamento di Dune per salvare i Fremen, i vermi, la spezia e l’intero universo. Perdendo la sua umanità Leto diventa un super uomo dotato di poteri straordinari, cosa che sembra un po’ eccessiva per il modo in cui eravamo abituati a vedere l’universo di Dune, Leto diventa a tutti gli effetti onnipotente e sfoggia subito il suo potere, addirittura viene descritto come con le sue sole mani riesca a distruggere un’intera astronave, in un modo che appare decisamente esagerato, forse Frank Herbert doveva contenersi un po’ per rimanere un po’ più credibile.

I Figli di Dune - Frank Herbert

Eppure in fin dei conti ci si rende conto che Frank Herbert ha solo riflettuto su come i cambiamenti e gli eventi possono influenzare una società in positivo e in negativo, così come i cambiamenti climatici possono influenzare un’intero ecosistema, e anche se apparentemente positivi rischiano di distruggere un delicato equilibrio. Già avevamo apprezzato come egli sia attento a creare un ecosistema plausibile e interconnesso, con una sua precisa ecologia, anche se estrema e complessa, e quindi proprio per questo molto più delicato e sensibile ai cambiamenti. Quindi affronta un tema importante e tuttora attuale su come l’azione dell’uomo può distruggere un pianeta, come dei cambiamenti anche positivi possono risultare in realtà devastanti, e quanto è importante che l’uomo non sia così invasivo da stravolgere un ecosistema senza dargli il tempo di modificarsi naturalmente per adattarsi ai nuovi elementi introdotti.

Possiamo dire, infine, che ne I Figli di Dune si affrontano nuovamente argomenti già utilizzati prima in Dune, l’ecologia del pianeta, e in Messia di Dune, il viaggio nella mente, che nel secondo libro esplora i pensieri e i dubbi di Paul mentre in I Figli di Dune si concentra su Alia, Ghanima e in particolare sul giovane Leto.

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