Fantasy & Science Fiction Anno I Numero 1

Fantasy & Science Fiction Anno I Numero 1

Un paio di mesi fa ho parlato di Fantasy & Science Fiction, una nuova rivista Italiana per fantascienza fantasy e affini strutturata come la rivista originale Americana, ma adattata ad un pubblico e un mercato Italiano. Con un po’ di fatica riuscii a procurarmi una copia del primo numero della rivista, che poi ho letto, o forse dovrei dire divorato, ma non ho avuto abbastanza tempo libero per parlarne in modo adeguato.
 
Cercando online si trovano parecchie notizie sulla rivista, ma molte sono precedenti all’uscita del numero 1. Coloro che ne parlano dopo aver comprato e letto la rivista sono generalmente entusiasti e soddisfatti, ma non manca qualche critica o qualche perplessità sebbene in linea di massima non portino a valutare negativamente il prodotto.
 
Trattandosi del primo numero le scelte su quali racconti includere devono essere state complesse, devono fungere da presentazione per la nuova rivista e indirizzare i lettori su cosa dovranno aspettarsi nei prossimi numeri. I successi numeri dovrebbero avere una sorta di tema che accomuna in qualche modo le storie scelte, ma nel primo numero si è voluto presentare quello che è Fantasy & Science Fiction scegliendo tra i migliori autori che vi hanno scritto nel corso degli anni, includendo spesso storie inedite in Italia tradotte spesso dallo stesso curatore della serie, Armando Corridore, che sembra essere l’intera mente di tutto il progetto.

Fantasy & Science Fiction Anno I Numero 1

La rivista si apre con una storia di Richard Matheson, l’autore di Io Sono Leggenda e di Tre Millimetri al Giorno. La Finestra del Tempo è un racconto maturo di Richard Matheson in cui si sente il peso della vecchiaia e la nostalgia dei tempi spensierati della propria gioventù, il protagonista troverà proprio una finestra che farà da ponte tra la sua vecchiaia e la sua infanzia portandolo letteralmente indietro nel tempo.

Anche la seconda storia è incentrata sulla vecchiaia e la prossima morte, a parlarne è un Ray Bradbury ormai anziano che ha continuato a collaborare con la rivista Americana fino a poco prima della sua morte. In L’Offerta Bradbury sembra esorcizzare la sua prossima morte proponendo al suo protagonista di pagare con tutti i propri averi la possibilità di vivere qualche altro giorno di vita in perfetta salute prima dell’imminente morte, ma il rifiuto porterà a sviluppi inaspettati.

Di tutt’altro genere invece la storia inedita di Theodore Sturgeon, New York Vignette scritta nel periodo Newyorkese dell’autore, ma ritrovata solo dopo la sua morte e pubblicato postumo in occasione del cinquantenario della rivista Americana. New York Vignette sembra mostrare come l’ispirazione per scrivere dell’ottima SciFi possa venire dalle piccole cose di ogni giorno, Ted dovrebbe scrivere una storia, ma non sembra avere l’ispirazione giusta la semplice osservazione durante una passeggiata di uno strano figuro che sembra accontentare i desideri altrui, mostrando come anche solo descrivendo come ottenere ispirazione si può creare una buona storia.

Una volta trovata l’ispirazione, scritta la storia e pubblicata chiunque vorrebbe avere un lettore perfetto che possa apprezzare e discutere con voi dei dettagli e della realizzazione della stessa, è ciò che ipotizza Paul Di Filippo in Il Lettore Perfetto una delle tante storie scritte da Paul Di Filippo nella sua “rubrica” chiamata Plumage from Pegasus che dovremmo rivedere anche nei seguenti numeri della rivista.

Da un robot perfetto come lettore e ascoltatore passiamo invece al robot “ribelle” e in fuga dell’ultima storia inclusa in Fantasy & Science Fiction, Tutte le Trappole Della Terra di Clifford D. Simak. In una società dove si fa largo uso di androidi e macchinari intelligenti è d’obbligo cancellarne la memoria e rigenerarne i pezzi aggiornandoli e rimodernandoli o sostituendoli con modelli più recenti, nonostante questi possano durare in eterno nessuno vuole che durino più di quanto vive un’esponente della razza umana, cosa succederebbe se uno di questi vivesse cosi a lungo da accumulare ricordi ed esperienza per poi ribellarsi salvandosi dalla distruzione?

In Quattro Chiacchiere con Anubi ci troveremo invece ad esplorare altri aspetti della Fantascienza e del Fantastico, nel racconto di Harlan Ellison due archeologi non del tutto onesti si troveranno al cospetto di Anubi e potranno parlare con esso scoprendo i suoi segreti che egli non ha alcuna intenzione di nascondere. Il racconto ha anche vinto i Bram Stoker Awards nel 1995, rimanendo però ancora (finora) inedito in Italia.

Nettamente più Fantasy è invece il racconto di Laurel Winter, L’Arpa di Sangue. Ambientato in un mondo non ben definito, ma con grande connotazione Fantasy delle sacerdotesse musiciste suonano arpe che richiedono un tributo in sangue. La bravura non è l’unica aspetto che conta per essere delle ottime musiciste c’è bisogno di sacrificio e privazioni, più si sarà disposti a darsi all’arpa più essa concederà alla sua musicista. Quanto sareste disposti a sacrificarvi per un concerto perfetto?

Infine, last but not least, Orgoglio e Prometeo di John Kessel, vincitore del premio Nebula nel 2008 e dello Shirley Jackson Awards nel 2009. Riesce a fondere in maniera pressoché perfetta le atmosfere di Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen e quelle di Frankenstein di Mary Shelly, facendo incontrare la più intellettuale delle sorelle Bennet con il dottor Victor von Freinkeinstein, mischiando la letteratura leggera ed ironica del primo ottocento Inglese con quella più oscura del medesimo periodo. Una fusione così ben riuscita da vincere numerosi premi.

the window of time - maurizio manzieri

Venendo alle critiche mosse a questo primo numero della serie Italiana, molti hanno espresso perplessità sulla grafica il formato e la copertina. Proprio su quest’ultimo punto lo stesso Armando Corridore ha dovuto esprimersi in qualche riga nell’Editoriale del secondo numero. In molti non hanno forse compreso l’immagine, che come detto dallo stesso Corridore è volutamente enigmatica, molti non hanno visto una connotazione tra il soggetto e le storie presenti nel volume e da tradizione le illustrazioni di copertina sono sempre a tema, o ispirate ad una delle storie contenute in un antologia, l’immagine può sembrare troppo orientaleggiante o fumettistica, troppo Fantasy per un numero cosi permeato di Fantascienza, troppo viola (lo ha detto Corridore nell’Editoriale).

Quando ho visto per la prima volta come sarebbe stata la copertina del primo numero anche io ho riflettuto un po’ sull’immagine che sembra un po’ fuori luogo rispetto alle stupende copertine della versione Americana e anche rispetto a quella del secondo numero. Quello che mi trasmette è un mondo sconosciuto e surreale violaceo perché probabilmente illuminato da una fonte luminosa a noi sconosciuta, il volto che ti fissa ha qualcosa di non umano e inespressivo, potrebbe trattarsi di un alieno o di un cyborg, una futura evoluzione della razza umana in seguito all’adattamento su di un altro mondo o semplicemente di un umanoide di un altro mondo. Rimane però qualcosa di misterioso sconosciuto e non ben definito, aperto a molte interpretazioni.

Forse la mia interpretazione non è molto sbagliata dato che come ha spiegato lo stesso Armando Corridore la pluralità di interpretazione dell’immagine è in linea con le molteplici sfaccettature di Fantasy & Science Fiction che proporrà nel corso dei numeri, proprio come la sua controparte Americana, storie non incentrate unicamente nei due generi che danno il nome alla rivista, proprio perché i generi col tempo si sono sempre più mischiati tra loro creando miriadi di sottogeneri e prendendo l’uno dall’altro svariati elementi rivisti in chiavi diverse. Come da tradizione Americana spesso in questo genere di riviste vi sono storie Horror o Weird, Fantasy e Fantascienza e tutto quello che può nascere dalle commistioni tra questi generi ed altri ancora, in generale vi è tutto ciò che in qualche modo possa essere inerente con il fantastico o che possa stupire.

Altre critiche di poco conto mosse a questo primo numero sono di natura più tecnica, riguardanti l’impaginazione spesso mista che passa dalle due colonne all’unica colonna, dal maggiore spazio nella parte inferiore della pagina al fatto che il numero della pagina sia sopra dove lo spazio è inferiore e al massiccio uso di font diversi nei titoli delle storie.

Sembra che pur di trovare qualche cosa da ridire qualcuno vada a cercare il classico pelo nell’uovo, eppure questi che vengono annoverati tra i piccoli difetti in realtà non lo sono sono delle caratteristiche della rivista, collegate anche al tipo di formato, chi possiede qualche vecchia (o sarebbe meglio dire antica) antologia di romanzi avrà già visto la suddivisione in due colonne spesso accompagnata da un eccessivo spazio nella parte inferiore o in ogni caso da un vuoto maggiore che nella parte superiore. Le due colonne per me sono danno un magnifico aspetto retrò e mi fa piacere ritrovarle in un libro nuovo fresco di stampa e non nei soliti libri ammuffiti che sono spesso abituato a leggere proprio perché molta fantascienza non la si trova in ristampe recenti, ma ci si deve affidare al mercato dell’usato d’epoca o quasi. L’impaginazione dipende da storia a storia ed è probabilmente legato alla data della rima pubblicazione della storia e luogo della stessa.

Titoli con font particolari e futuristici, o di aspetto medioevale, storico o antico nel caso del Fantasy sono tipiche di moltissime pubblicazioni con tirature limitate o di non grandissimo successo che spesso ho visto nel passato delle pubblicazioni legate allo SciFi e che stanno spopolando ultimamente nelle riviste e nei libri di ogni genere. La scelta dei font però deve essere comunque molto attenta per non finire nel banale o nell’eccessivo, è quindi una cosa che dovrebbe essere fatta con moderazione e attenzione.

Si trovano anche delle critiche sulle stupende illustrazioni che spesso aprono alcune delle storie, la qualità della stampa non sarebbe delle migliori, ma anche in questo caso per me la cosa è più che ovvia, una stampa migliore costerebbe di più e innalzerebbe ulteriormente e inutilmente il prezzo della rivista, si tratta di decorazioni, la cosa importante sono le storie ed è su quello che ci si focalizza, si tratta di un libro non di un fumetto. Qualche immagine però potrebbe essere stampata un po’ meno scura per rendere più visibili i dettagli. L’unica critica ragionevole che ho letto in proposito è la mancanza delle firme degli autori, nel caso della copertina sono presenti i credit dell’artista che se ne è occupato, ma non sembra esserci nessuna menzione dell’autore delle illustrazioni in bianco e nero. Si tratta di Maurizio Manzieri, importante illustratore nel settore, conosciuto in Italia come all’estero, di fatti ha creato anche copertine per la versione Americana della rivista.

In generale c’è chi ha definito il numero un’antologia e non una vera rivista, sembra solo una raccolta di storie, scelte in base ad una tematica comune o meno, con un’introduzione, ma mancherebbero alcuni elementi tipici delle riviste come delle rubriche periodiche che parlino di argomenti connessi al tema proposto con interventi o interviste ad autori in merito al tema, o agli autori delle storie incluse. La classica posta o la risposta alle domande fatte alla redazione, che sebbene sia un classico ai tempi nostri è del tutto superflua visti le enormi possibilità offerte dalle moderne tecnologie per comunicare. News, novità e notizie legate al mondo della Fantascienza e del Fantasy non guasterebbero e non mancano in altre pubblicazioni di genere misto simili a questa, come ad esempio avviene in alcune delle collane di Urania. Ma in ogni caso qualsiasi cosa che potrebbe dare un maggior tocco di rivista può essere integrato tramite sito, facebook o forum dedicato, e per ciò che riguarda quest’aspetto l’Elara avrebbe un po’ da lavorare.

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